​Botulino…questo "oggetto" misterioso

Spesso la diffidenza nei confronti del botulino si basa su scarse e non corrette informazioni. 
Tossina botulinica, forse è la parola tossina che genera diffidenza, ma è soprattutto la scarsa informazione che genera cautela: diffidenti e poco informati, è l’identikit degli italiani alle prese con la tossina botulinica per contrastare i segni del tempo sul volto.

In oltre tre casi su dieci il trattamento con botulino è il primo approccio che il paziente ha con il settore della medicina e della chirurgia estetica. E, una volta iniziato, l’80% di chi l’ha provato vi rimane fedele, ovvero torna a chiedere un trattamento con la tossina per attenuare le rughe del viso. La zona di intervento prediletta sono il terzo superiore del volto, ovvero la zona glabellare, la fronte e le zampe di gallina. Decisamente più rari i trattamenti nella zona del collo e del mento. Sul fronte complicanze, i cosiddetti “eventi avversi” registrati dai medici sono al di sotto del 5%. “Ma si tratta di complicanze temporali che vanno comunque a risolversi da sole nell’arco di qualche settimana oppure sono legate alla puntura che viene praticata”.

Aiteb - Associazione italiana Terapia Estetica Botulino - ha condotto una ricerca tra i propri soci (medici estetici, chirurgi plastici, dermatologi) sull’utilizzo della tossina botulinica ricevendo risposte positive dai professionisti che utilizzano la tossina botulinica quotidianamente i quali evidenziano una duplice situazione: alla crescente fiducia, se non entusiasmo, di chi ha provato il botulino si contrappone la scarsa conoscenza del prodotto, infatti troppo spesso il termine “punturina” crea equivoci sulla tossina e i filler, sostanze profondamente differenti che agiscono in modo diverso. In più, il botulino è un farmaco sottoposto ai controlli da parte di Aifa.

Il ruolo del medico è anche quello di informare, spiegare al paziente le sostanze usate, effetti, benefici ed eventuali controindicazioni perché ogni trattamento estetico deve essere fatto in modo consapevole.

L’indagine Aiteb arriva a descrivere il paziente tipo che si sottopone a trattamenti estetico con la tossina botulinica: è prevalentemente donna (90-92%), è compreso nella fascia di età 35 - 64 anni (65%) e si reca dal medico estetico periodicamente ogni 4-6 mesi per i trattamenti. Gli uomini che si sottopongono a un trattamento con botulino rappresentano una quota ridotta anche se in leggera crescita: negli ultimi cinque anni sono passati dal 4-6% all’8-10% del totale dei pazienti. Tendenzialmente il ricorso alla tossina inizia intorno ai 30-35 anni.

Decisamente positiva la soddisfazione dichiarata dai pazienti sottoposti a trattamento estetico con tossina botulinica: nel 99% dei casi viene indicata almeno come “buona”, tra questi il 54% dichiara una soddisfazione “elevata”. Nell’indagine condotta lo scorso anno la quota si fermava all’85%, confermando dunque la bontà degli effetti sui pazienti.

Nonostante il botulino stia registrando una crescita in termini di apprezzamento, resta comunque un “oggetto misterioso” ancora per tanti. Infatti poco più del 10% dei pazienti sa effettivamente cos’è la tossina botulinica, quali sono gli effetti e quale la durata dei trattamenti. Quasi sei pazienti su dieci conoscono il botulino soltanto per sentito dire o per averne letto in modo vago sulle riviste o in internet. Il trattamento con tossina botulinica deve essere un trattamento consapevole, infatti i dati raccolti dicono che la tossina botulinica è un trattamento sicuro per il ringiovanimento del volto, rilassa i muscoli distendendo le rughe. Occorre non dimenticare che si tratta sempre di un farmaco registrato e, come tale, sottoposto al rigido controllo del Ministero della Salute tramite l’Agenzia per il Farmaco (AIFA) e quindi deve essere trattato da medici esperti.